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Learning Analitycs

Immaginare il futuro della formazione spesso pone l’enfasi sulle nuove tecnologie: sono fondamentali la disponibilità universale di computer e smartphones, il design flessibile delle aule in presenza e virtuali, le lavagne interattive, la disponibilità di contenuti e materiali, l’abilità del formatore...

Ma il fattore che più di tutti ci può aiutare a disegnare il futuro dell’educazione dei giovani e degli adulti è una cosa che, di fatto, non possiamo toccare o vedere: big data e analytics.

L’analisi dei dati di apprendimento è ancora ad uno stadio iniziale di implementazione e sperimentazione. Per spiegare cosa siano i learning analytics riporto la bellissima e sintetica la definizione di Erik Duval (https://erikduval.wordpress.com/about/): “Raccogliere le tracce che chi partecipa ad una attività formativa lascia dietro di sé ed utilizzarle per migliorare l’apprendimento”. 

Ancora numerosi sono gli interrogative su come gli analytics debbano essere strutturati e su come impattino sui sistemi organizzativi esistenti: ma il ruolo crescente delle tecniche di analisi e delle tecnologie che incidono sulla governance e sul business del settore affermano che il trend è in ascesa e che il ruolo dei learning analytics è in netta ascesa.

Il focus è  sul comprendere ed ottimizzare l’apprendimento: dai dati ad una pratica data-driven, dagli aspetti critici della teoria dell’apprendimento a distanza ad una esperienza disegnata per la persona in formazione, dalla tecnica didattica alla pratica di insegnamento in cui inclusione ed etica sono protagonisti. 

I learning analytics sono essenziali per penetrare la nebbia che pervade l’educazione degli adulti. Educatori, partecipanti ai corsi e alle attività formative e coloro i quali gestiscono le agenzie formative hanno tutti bisogno di fondamenta stabili per attivare i processi di cambiamento. Per i formatori, la disponibilità di una visione in real time delle performance degli studenti (anche e soprattutto di quelli a rischio di insuccesso) può essere cruciale nella pianificazione didattica. Per chi partecipa alle attività di formazione ricevere dati sulla propria performance e sui propri progressi, in relazione agli obiettivi personali, può essere motivante ed incoraggiante.

Per i gestori della formazione, infine, e per i decisori, che si trovano a fronteggiare un periodo di enorme incertezza, di tagli di budget e di competizione globale una visione analitica serve a posizionarsi su un mercato competitivo, aiutando a scegliere come allocare risorse, sviluppare vantaggi competitivi e, fattore più importante di tutti, migliorare la qualità e il valore della learning experience.

Fino a poco tempo fa, i programmi di analisi dei dati erano riservati alle grandi aziende: ma oggi sono utilizzabili in tutti quei contesti, anche di modeste dimensioni, in cui si voglia misurare la crescita professionale degli allievi e la loro effettiva fruizione dei percorsi formativi, ma anche identificare in anticipo i rischi di insuccesso di un corso o di uno studente. 

Quindi, i learning analytics ci servono a: 

  • Misurare gli indicatori chiavi della performance dello studente
  • Supportare lo sviluppo professionale
  • Comprendere e migliorare l’efficacia della pratica di insegnamento
  • Uniformare la formazione alle decisioni e alla strategia dell’organizzazione.

 

Durante l’ultimo decennio, il settore del Learning Analytics è emerso come una area di ricerca significativa nell’ambito del Technology-Enhanced Learning. Una analisi dei punti di riferimento fondamentali del settore dimostra che la combinazione della disponibilità di grandi insiemi di dati, dell’emergere dell’apprendimento online su larga scala, e delle preoccupazioni politiche riguardo gli standard educativi ha portato allo sviluppo di questo settore.  Il Learning Analytics è impiegato per capire e ottimizzare sia l’apprendimento che gli ambienti in cui esso avviene. Anche se si tratta di una nuova area di ricerca, essa si appoggia su una consistente base di lavoro in settori correlati, e ha già sviluppato una gamma di strumenti e metodi che offrono un potenziale interessante (cfr. Rebecca Ferguson, Institute of Educational Technology, The Open University Milton Keynes, UK https://iet.open.ac.uk/profiles/rebecca.ferguson).

Nella proposta di un corso efficace conta, ovviamente, anche lo strumento digitale di fruizione. FRIDA è la piattaforma più innovativa e completa. Messa a disposizione di un sistema di apprendimento ben strutturato, risponde sia alle esigenze dell’agenzia formativa (per flessibilità economicità, personalizzabilità, completezza di strumentazione) che a quelle dei discenti, per fare in modo che possano ottenere un’esperienza di apprendimento innovativa e colorata, senza rimpiangere la didattica tradizionale. 

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